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Nel contesto di consegne di Champagne in leggero calo nel semestre (-1%) già brevemente commentate nel post su Lanson, Vranken ha subito un calo del fatturato del 7% nel semestre a livello consolidato. Il “di cui” Champagne è sceso del 4% circa, mentre le vendite dei vin de sable calano soprattutto per la decisione di […] More






Il modello di business di Naked Wines ha naturalmente trovato un habitat ideale nella crisi COVID, totalmente orientato all’ecommerce e anche con un prodotto forse più adatto al consumo a casa: non i brand “mainstream” ma prodotti interessanti di aziende vinicole nuove e spesso piccole. Quello che vi aspettate di vedere, e cioè una crescita tumultuosa delle vendite (68% per la precisione), c’è. Quello che forse non vi sareste aspettati è che nonostante questo balzo delle vendite… Naked Wines ancora non fa soldi… genera cassa principalmente con il capitale circolante ma ancora, a livello di profitti e perdite… siamo in perdita. Sarà pure il frutto delle perdite sui nuovi clienti, per i quali si incontra un “costo di acquisizione” già al netto del margine sulle vendite di 50 milioni di sterline, che sui 308mila nuovi clienti significa che ci hanno speso 163 sterline a testa… non poco. Comunque, è anche vero che il margine sui clienti esistenti è quasi raddoppiato e quindi se è vero che questi clienti restano a lungo connessi a Naked Wines significa che prima o poi dovranno fare i soldi. Come sempre bilancio splendidamente presentato, l’azienda in borsa ora vale 507 milioni di sterline, il che significa un multiplo di poco più di una volta il fatturato, una volta contata la cassa. Neanche tanto se i profitti veramente arriveranno… passiamo ai dati.
Le vendite sono cresciute del 68% a 340 milioni di sterline, con un progresso del 63% delle vendite a clienti esistenti e un contributo di 56 milioni dai nuovi clienti (quasi il doppio del contributo dell’anno precedente). Dal punto di vista geografico, il fatturato cresce del 78% in USA a 162 milioni, del 66% nel Regno Unito a 133 milioni e del 42% in Australia a 46 milioni di euro.
L’azienda è, prima degli oneri straordinari (che però ci sono sempre…) in pareggio. Questo pareggio deriva da tre componenti: il margine di contribuzione dei clienti esistenti, passato da 46 a 85 milioni di euro, la perdita sui nuovi clienti, 50 milioni come abbiamo detto (più che raddoppiati sui 23 dell’anno prima), e i costi generali fissi di 36 milioni (erano 24 nel 2020).
Dal punto di vista finanziario, per chiudere, le cose vanno particolarmente bene, dato che il capitale circolante migliora, essendo il magazzino ben sotto controllo e crescendo la quota dei debiti verso le cantine fornitrici, mentre i clienti continuano a pagare immediatamente. La posizione finanziaria netta cresce da 55 a 85 milioni di euro e il capitale investito praticamente si annulla (18 milioni di euro).Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco More






clicca per ingrandire In questi giorni, a Vinitaly, si è parlato anche di vino italiano nella GDO, sia in Italia che negli Stati Uniti. L’occasione è stata fornita dalla tavola rotonda durante la quale IRI ha presentato i risultati della sua ricerca sui consumi del vino italiano. Su cosa si basa la scelta del consumatore […] More






Siccome già capisco che nonostante le ripetute richieste non riuscirò a ottenere i dati di AGEA da ISMEA oppure i dati di produzione delle DOC, penso sia ora di rompere gli indugi e partire con le analisi regionali della produzione di vino con i dati molto dettagliati (ma stimati) forniti da ISTAT. Cominciamo con il Veneto, la regione più importante che rappresenta il 22% della produzione 2024 (e il 31% di quella di vini bianchi soltanto).
Nell’ambito di una produzione nazionale in recupero del 13% a 48.7 milioni di ettolitri nel 2024, i vigneti veneti hanno prodotto 10.7m/hl di vino, un dato stabile rispetto al 2023. Entrambi i dati sono peraltro molto vicini alle medie del decennio precedente. Il Veneto sta diventando sempre più una regione di vini bianchi, grazie alla spinta del Prosecco, che hanno raggiunto l’83% della produzione totale, il massimo storico. Quello che va notato in questi dati, però, è un ulteriore calo della penetrazione dei vini DOC rispetto ai vini IGT: essendo la regione un forte contributore di vini di media qualità probabilmente le recenti tendenze di mercato hanno richiesto uno spostamento verso prodotti di fascia prezzo più moderata.
Bene, passiamo a un’analisi più dettagliata nel resto del post con tutte le tabelle e grafici, mentre trovate tutti i numeri in formato testo da scaricare nella sezione Solonumeri.Come dicevamo sopra, la produzione 2024 veneta è stabile rispetto al 2023. Se però guardiamo alla media 2014-23, il Veneto nel 2024 è a +3%, l’Italia è a -1%.
Dei 10.7m/hl prodotti, secondo ISTAT 8.83m/hl sono di vino bianco, +3% sul 2023 e +7% sulla media storica. All’interno dei bianchi i vini DOC sono in leggero calo a 6.9m/hl mentre tutto l’incremento viene dai vini IGT che passano da 1.4 a 1.7m/hl, compensando un ulteriore uscita dai vini da tavola, 0.2m/hl.
Nel segmento dei vini rossi la produzione scende invece dell’8% a 1.85m/hl, addirittura il 15% sotto la media storica. Nel segmento, i vini DOC scendono a 0.85m/hl e gli IGT crescono del 7% a 0.9m/hl, con un trend simile a quello dei vini bianchi dal punto di vista delle categorie.
Proprio nelle categorie si vede questo spostamento verso l’IGT, che cresce del 18% sull’anno scorso ma resta circa il 3% sopra la media storica, essenzialmente per le produzioni molto elevate del periodo 2013-2016 incluse nella media decennale. Per i vini DOC veneti il 2024 vede un calo della produzione a 7.7m/hl, -3% ma ancora +8% sulla media storica.
In fondo al post trovate poi i dati sulle superfici vitate e sulla produzione di uva. La superficie totale è 94600 ettari secondo ISTAT, +2%, con tutte le province in terreno positivo fatta eccezione per la Verona, in cui viene rilevato un calo del 2% a 28.05mila ettari. Treviso è la provincia con la maggior superficie, 42mila ettari e +3% sul 2023.
Vi lascio ai grafici e alle tabelleSe siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco More






Anche in un’annata positiva come il 2018 (vi ricordo che la produzione di vino è stata in Italia del 23% superiore alla media dei 10 anni precedenti), la produzione vinicola della regione Lazio è stata un buon 10% inferiore alle medie storiche. Come abbiamo già commentato negli anni passati, se I dati di volume sono […] More





