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Le vendite al dettaglio di vino del secondo trimestre sono ancora cresciute (+4.6%, 689 milioni di euro) spinte dal forte incremento delle vendite di vini spumanti (+30%, 144 milioni). Nel dettaglio del post che segue troverete sia la variazione dispetto al 2020 che quella rispetto al 2019. Lo scorso anno il secondo trimestre, funestato dal COVID, fu caratterizzato da andamenti molto difformi, tali da determinare per esempio un calo dell’1% delle vendite di vini fermi nel 2021. Si tratta di una anomalia, dato che il confronto con il 2019 segnala un incremento del 9%. Insomma, anche per le analisi economice e di mercato, il 2020 dovrebbe essere un anno da dimenticare, facendo finta che non ci sia stato. Tornando ai numeri che mostriamo oggi, vi ricordo due punti fondamentali: la forza dei vini spumanti, che proviene essenzialmente dall’incremento dei volumi e il costante miglioramento del mix di vino fermo venduto dalla GDO italiana, con un andamento decisamente più sostenuto nei prezzi che nei volumi, migliore per i vini DOC e peggiore per i vini da tavola. Noterete dai grafici e dalle tabelle anche un indebolimento delle vendite di vini rossi che sono in calo rispetto al 2020 e comunque crecono meno dei bianchi e dei rosati rispetto al 2019. Il dato semestrale indica un fatturato di 1458 milioni di euro, +13% sul 2020 e +23% sul 2019, con un andamento ancora positivo anche per i vini fermi sul 2020 (+6.8%), con il secondo trimestre compensato dal forte incremento ancora registrato nella prima parte dell’anno. Per chi è interessato, nel resto del post trovate tutti i dati dettagliati e diversi grafici esplicativi.Fonte: IRI Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco More






In un semestre molto difficile per le esportazioni di Champagne, Vranken Pommery ha ceduto circa il 7% del fatturato con un leggero calo anche in Francia ma è riuscita a migliorare i margini, frutto della strategia di premiumizzazione soprattutto sul marchio Vranken Pommery, oltre che grazie alla riduzione delle perdite della divisione vini fermi (“vini delle sabbie e della Provenza”). Il problema dell’azienda resta l’elevato indebitamento (730 milioni alla fine di giugno compreso di un piccolo impatto da IFRS16), più elevato del valore del magazzino, che si è tradotto in un significativo incremento degli oneri finanziari.
Alla fine, la situazione classica delle aziende della Champagne, primo semestre in perdita e secondo semestre in utile, si è ripresentata anche questa volta. Le prospettive non sono rosee, anche se la situazione viene “parafrasata” dicendo dopo la forte crescita post-Covid ci si attende una normalizzazione dell’attività. Se mettessimo insieme un secondo semestre stabile con il progresso del primo semestre, Vranken Pommery potrebbe comunque centrare un buon miglioramento a livello operativo, mentre gli oneri finanziari non dovrebbero scendere (nonostante l’evoluzione positiva dei tassi di interesse) a causa della struttura del debito, che è stata girata sul tasso fisso.
Grafici e tabella riassuntiva sono nel resto del post, compreso un ulteriore commento.Le vendite calano del 7% a 110 milioni di euro, con la Francia a 41 milioni e -3.5%, l’Europa a 41 milioni e -9% e il resto del mondo a 28 milioni e -8%.
Dal punto di vista dei prodotti, lo Champagne cala del 6% a 104 milioni mentre i vini fermi sono in calo del 19% a 6 milioni di euro.
A livello operativo il margine EBITDA migliora dal 16% al 21%, ossia da 19 a 23 milioni, trascinando l’utile operativo al 14% per un totale di 15 milioni. Tutti gli utili provengono dalla Champagne (15 milioni, margine 15%), ma anche la divisione vini fermi riduce la perdita del primo semestre.
Con oneri finanziari in crescita da 13 a 16 milioni, il progresso dell’utile operativo scompare in fondo al profitti e perdite, che segna una perdita di circa 2 milioni.
A livello finanziario, il debito sale a 730 milioni, 711 prima di IFRS16, +28 milioni da giugno 2023. L’azienda ha pagato dividendi per 7 milioni nel periodo (nel secondo semestre 2023). Gli investimenti sono stati di 10 milioni, in leggero calo sui 12 milioni del primo semestre 2023, mentre un impatto negativo lo ha sortito l’incremento del capitale circolante (fattore stagionale) che è stato di 39 milioni, contro i 22 milioni del semestre 2023.Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco More






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La Francia è riuscita a chiudere il 2019 con un incremento delle esportazioni di vino del 4.6% nel 2019. Con tutto quello che si è detto e che è successo negli ultimi mesi è un risultato di tutto rispetto e quasi certamente migliore del dato italiano, che viaggiava sui primi 11 mesi intorno al 2-3% […] More






ISTAT rileva per la regione Puglia una produzione di vino di 10.8 milioni di ettolitri (+13% sul 2021), la più elevata di sempre e del 40% superiore alla media storica 2012-21. Il “record” se così si può dire (visto il contesto, con sempre più evidenti richieste di distillazioni di crisi) è sostanzialmente generato dagli incrementi di produzione di vino IGT (il 71% sopra la media storica, 3.5 milioni di ettolitri) e di vino comune (+32%, 6.5 milioni di ettolitri), mentre per quanto riguarda il più pregiato vino DOC la produzione resta nell’ordine di 0.8 milioni di ettolitri, quindi il 7% sopra la media storica e il 7% della produzione totale. Quindi, se i dati ISTAT sono corretti si tratta di una grande annata per il vino pugliese, decisamente migliore dell’andamento italiano. La Puglia dunque rappresenta una fetta particolarmente importante sia del vino italiano IGT (16%) che soprattutto di quello comune (43%). Passiamo a un breve commento: More





