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L’abbandono della borsa di Duckhorn mi ha spinto alla ricerca di qualche altra azienda quotata in USA per tenere traccia anche di questo mercato. Una di queste più piccole è Crimson Wines, azienda da circa 70-75 milioni di dollari di vendite, con dei marchi piuttosto famosi come Pine Ridge, Archery Summit, Chamisal, Seghesio, Double Canyon e un altro paio. Non è un’azienda “propriamente quotata”, nel senso che le azioni trattano in un mercato speciale, ma comunque riporta i risultati puntualmente. È un’azienda finanziariamente solida (posizione di cassa netta con una dotazione importante di vigneti), con un margine EBITDA nell’ordine del 10% e un’esposizione importante alle vendite dirette (circa il 40% del totale), che hanno generato non pochi problemi durante l’epoca del Covid.
Nel corso degli ultimi anni, l’azienda ha mantenuto un volume produttivo abbastanza stabile, gradualmente riducendo la quota di prodotto derivata dai propri vigneti, passata dal 35-40% degli anni pre-Covid alla quota attuale del 20-25%. Moltiplicando il prezzo delle azioni per il loro numero si arriva a un valore di mercato di 125 milioni di dollari, che corrisponde a un valore di impresa di 120, quindi circa 1.7x volte le vendite e 15 volte l’EBITDA. Multipli che pur essendo applicati al 2023 dovrebbero essere abbastanza attendibili visto che la performance del 2024 è piuttosto simile al 2023.
Passiamo a un commento dei principali numeri con una serie di grafici e tabelle.Le vendite 2023 sono calate del 2% a 72.4 milioni di dollari, a causa soprattutto del calo delle vendite dirette (“DTC”), -5% a 27 milioni. I volumi spediti sono calati del 3% a poco meno di 400mila casse, dunque il prezzo medio per cassa è cresciuto dell’1% circa a 183 dollari (per 12 bottiglie). Il calo delle vendite dirette è legato a fattori casuali (cattivo tempo in California nell’annata) ma anche a fattori stagionali, ossia, “changing consumer behaviour”, non una bella frase…
L’azienda ha comunque mantenuto i margini di profitto, grazie agli incrementi di prezzo di cui dicevamo sopra. Il margine lordo delle vendite dirette è intorno al 66% (dal 65%), quello del ramo all’ingrosso del 37% (dal 35% del 2022).
Considerando i costi di marketing e generali, l’utile operativo atterra a un risicato 3% delle vendite, circa 2 milioni di dollari, con un EBITDA margin del 10% circa che sottolinea un peso piuttosto importante degli ammortamenti. Nel 2023, alcune poste straordinarie positive hanno portato l’utile a 3 milioni di dollari.
Crimson Wine ha un bilancio molto sano, con quasi 190 milioni di dollari di patrimonio netto, supportato da 116 milioni di attivi tangibili (terreni e immobili) e quasi 60 milioni di magazzinoSe siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO






Le vendite al dettaglio di vino del secondo trimestre sono ancora cresciute (+4.6%, 689 milioni di euro) spinte dal forte incremento delle vendite di vini spumanti (+30%, 144 milioni). Nel dettaglio del post che segue troverete sia la variazione dispetto al 2020 che quella rispetto al 2019. Lo scorso anno il secondo trimestre, funestato dal COVID, fu caratterizzato da andamenti molto difformi, tali da determinare per esempio un calo dell’1% delle vendite di vini fermi nel 2021. Si tratta di una anomalia, dato che il confronto con il 2019 segnala un incremento del 9%. Insomma, anche per le analisi economice e di mercato, il 2020 dovrebbe essere un anno da dimenticare, facendo finta che non ci sia stato. Tornando ai numeri che mostriamo oggi, vi ricordo due punti fondamentali: la forza dei vini spumanti, che proviene essenzialmente dall’incremento dei volumi e il costante miglioramento del mix di vino fermo venduto dalla GDO italiana, con un andamento decisamente più sostenuto nei prezzi che nei volumi, migliore per i vini DOC e peggiore per i vini da tavola. Noterete dai grafici e dalle tabelle anche un indebolimento delle vendite di vini rossi che sono in calo rispetto al 2020 e comunque crecono meno dei bianchi e dei rosati rispetto al 2019. Il dato semestrale indica un fatturato di 1458 milioni di euro, +13% sul 2020 e +23% sul 2019, con un andamento ancora positivo anche per i vini fermi sul 2020 (+6.8%), con il secondo trimestre compensato dal forte incremento ancora registrato nella prima parte dell’anno. Per chi è interessato, nel resto del post trovate tutti i dati dettagliati e diversi grafici esplicativi.Fonte: IRI Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO






Le esportazioni di spumante riprendono vigore e tornano sui massimi storici nel corso del primo semestre, che con 779 milioni di euro sono in crescita del 14% rispetto al primo semestre 2019. Due soli mercati sono sotto il loro massimo storico: il Regno Unito, circa del 26% e, molto meno importante, il Giappone (-19%). Il segmento è sempre guidato dal Prosecco, +31% contro il 2020 e +24% contro il primo semestre 2019. Da qualche mese, gli Stati Uniti sono diventati il mercato di riferimento per il prodotto, superando il Regno Unito, che però nel semestre è rimasto stabile. Sono buoni anche i dati relativi all’Asti, +15% sul 2020 e +24% sul 2019, trainati dalla Germania e dai mercati dell’Est Europa. Vi lascio alle tabelle e grafici nel resto del post.Fonte: ISTAT Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO






In un anno mediamente difficile per le aziende vinicole, Guido Berlucchi archivia il suo bilancio migliore di sempre. Le vendite sono cresciute del 4% nonostante un calo dei volume quantificato dall’azienda attorno al 5%, il che indica lo sforzo di spostare le vendite verso fasce di prezzo più elevate. Questo esercizio si vede molto bene, in senso positivo, sui margini e sui profitti in generale (13 milioni di EBITDA, margine al 23%), e in senso invece più negativo dal punto di vista finanziario, dato che è necessario tenere i prodotti più a lungo in maturazione e quindi investire nel magazzino. Proprio in questa differenza, utili eccellenti ma forte incremento del debito (da 32 a 53 milioni di euro), si sostanzia il bilancio 2023 di Berlucchi. Di certo, dopo gli anni pre-Covid in cui Berlucchi sembrava gestita “per la stabilità” e in qualche modo sacrificata alle operazioni finanziarie dei suoi azionisti (nel 2017-18 gli azionisti prelevarono 75 milioni di euro dall’azienda), troviamo oggi un’azienda che cresce e investe in maniera costante, senza aver subito contraccolpi dal rientro dall’era Covid. Bene, passiamo a un commento dei numeri con ulteriori grafici e tabelle.
Le vendite sono cresciute del 4% a 54.4 milioni di euro, con un incremento del 3% in Italia a 51 milioni e del 14% all’estero a 3.4 milioni.
I margini sono in forte miglioramento grazie al costo delle materie prime e, immaginiamo, al miglior mix di vendite, che sono scesi in maniera drastica non solo nel 2023 ma già nel 2022. Nel 2023 erano il 29% del fatturato contro il 34% del 2022 e il 40% del 2021. Per un riferimento storico l’azienda pre-Covid aveva un peso di questi costi del 30% delle vendite circa.
Quindi i margini sono migliorati di circa 5 punti, essendo il costo del personale e i costi per i servizi essenzialmente in linea in % al fatturato. Il MOL cresce quindi a 13 milioni di euro, +29% e al 23% del fatturato, nuovo record considerato che Berlucchi girava intorno al 20% negli anni pre-Covid.
L’utile operativo sale di conseguenza a 9.5 milioni e a livello di utile netto Berlucchi chiude a 7.1 milioni, +23%, dopo aver pagato tasse per il 28% di aliquota.
La parte finanziaria gira “al contrario” a causa di un forte incremento del capitale circolante, con 15 miloni di crediti verso clienti aggiuntivi, 8 milioni di incremento del magazzino e investimenti piuttosto limitati ma in crescita negli ultimi 4-5 anni (siamo nel 2023 a 2.3 milioni). Ne risulta quindi un incremento del debito da 32 a 53 milioni, con un’ulteriore emissione di prestito obbligazionario (9 milioni). Come negli ultimi 4-5 anni, non sono stati pagati dividendi.Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO






Le informazioni che le aziende di Champagne forniscono con i dati semestrali sono poche. Nel caso di Lanson, visto anche l’andamento poco lusinghiero dell’azienda ancora di meno. Nei primi 6 mesi del 2018 le consegne di Champagne secondo l’azienda sono calate dell’1%, soprattutto a causa del -3% del mercato domestico, parzialmente compensato dalla crescita nei […] LEGGI TUTTO





