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USA – esportazioni di vino 2018

Le esportazioni di vino per gli americani sono un aspetto residuale della loro attività nel settore del vino. Con una produzione di circa 23 milioni di ettolitri e un consumo interno di 32, hanno bisogno di importare vino, non di venderlo all’estero come capita a noi. In questo contesto ci sono comunque prodotti americani apprezzati all’estero e prodotti di fascia bassa che vengono venduti sfusi nel resto del mondo (circa il 15% del totale). Il 2018 poteva essere un anno migliore di quello che non dicono i numeri, con il dollaro che si è indebolito (soprattutto nella prima parte dell’anno): le esportazioni sono in realtà calate del 2% a 1.45 miliardi di dollari, principalmente a causa del forte calo in alcuni mercati secondari (Belgio, Germania e alcuni paesi nordici), mentre il positivo contributo visto negli anni scorsi in Cina non si è ripetuto, con un forte calo di esportazioni nella “mainland China” perfettamente compensato da un medesimo incremento a Hong Kong. Il 2019 dovrebbe essere più difficile per gli americani, vista anche la maggiore disponibilità di vino sfuso nel mercato, dopo la buona vendemmia 2018. Vedremo. Per ora concentriamoci sui dati 2018.

  • Le esportazioni di vino sono calate del 2.3% a 1.44 miliardi di dollari, e dunque calano dell’1% anche sul confronto a 5 anni. Nel 2018 purtroppo non è stato fornito un dato sui volumi di vino esportato totale, ma solo i dati di alcuni mercati. Una stima largo circa indicherebbe un leggero calo, circa l’1%, a 3.4 milioni di ettolitri.
  • Il 30% delle esportazioni americane vanno in Canada. La percentuale è variata tra il 25% e il 30% negli ultimi anni, e il 2018 è dunque un dato nella parte alta della forchetta. I 436 milioni di dollari esportati segnano una crescita del 4%, simile a quella vista nel 2017 e che segue al forte calo del 2015 e 2016.
  • Un fenomeno che vale la pena di notare è il parziale spostamento delle esportazioni da vino in bottiglia (-6% a 1.1 miliardi di dollari, dunque circa 80 milioni di dollari in meno) a quello sfuso (+12% a 264 milioni, +30 milioni di dollari), che naturalmente non giova sul dato mix delle esportazioni. Questo spostamento è particolarmente importante nel mercato inglese, dove i vini sfusi passano da 122 a 154 milioni di dollari, mentre quelli in bottiglia calano da 97 a 62 milioni. Risultati finale: il Regno Unito resta il secondo mercato, in calo del 2% a 216 milioni di dollari, ma il mix delle esportazioni americane è radicalmente cambiato.
  • Infine, scorrendo la tabella vedrete il calo della Cina e la crescita di Hong Kong, che poi risulta in un dato messo insieme stabile a 210 milioni di dollari.
  • L’unico mercato dove il vino americano sta crescendo in modo deciso è la Francia, dove abbastanza sorprendentemente gli americani vendono circa 77 milioni di dollari di vino, di cui soltanto 9 sono vino sfuso.
  • Per quanto riguarda l’Italia, il flusso di esportazioni americane di vino (principalmente sfuso) si è completamente esaurito: le esportazioni di vino sono scese da circa 50 milioni di dollari di qualche anno fa al livello attuale di meno di 2 milioni.
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Quelle carte ritrovate in un cassetto nella Tenuta di Angoris