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    Svizzera – importazioni di vino – aggiornamento 2020

    Fonte: UN Comtrade
    Grazie alla rivalutazione del Franco gli svizzeri nel 2020 sono riusciti a comperare all’incirca lo stesso vino degli anni scorsi (1.8 milioni di ettolitri) spendendo il 3% in meno dell’anno scorso, ossia 1.16 miliardi di Franchi. Ma siamo contenti anche noi, perchè il -3% in Franchi diventa un +1% in Euro. E noi italiani siamo ancora più contenti di vedere che dopo la debacle dell’anno scorso siamo tornati a essere leader nel mercato, grazie alla resilienza dei nostri spumanti. Infatti i vini francesi, molto più “alti di gamma” e probabilmente esposti alla ristorazione hanno subito un calo del 5% per i vini fermi in bottiglia e un calo del 12% degli spumanti. Quindi per riassumere, l’Italia passa dal 35% al 38% del totale esportato in valore, la Francia riscende dal 36% al 34%. Ricordo che lo scorso anno avevo commentato che la Francia aveva ripreso il posto che le spettava in Svizzera, come in tanti altri mercati. Nel 2020 credo che la combinazione di due trend, primo lo spostamento dalla ristorazione alla distribuzione (quindi verso vini meno cari) e secondo i dazi che gli americani hanno messo ai vini francesi, assisteremo a un miglioramento della posizione dei nostri vini. Bene, passiamo a commentare qualche numero, ricordandovi che i dati qui pubblicati li trovate anche aggiornati in formato scaricabile nella sezione delle importazioni estere di Solonumeri (link).

    Le importazioni svizzere di vino sono cresciute del 3% in volume a 1.8 milioni di ettolitri, anche se dalla tabella potete apprezzare che stiamo parlando di un volume sostanzialmente stabile nel tempo, con un leggero guadagno di quota per l’Italia, che rappresenta il 42% del totale.
    In valore i dati sono anch’essi stabili, anche se i 1088 milioni di euro sono un picco storico.
    L’Italia nel 2020 aumenta le esportazioni in Svizzera del 6% a 408 milioni di euro, grazie al +8% per il vino in bottiglia, 313 milioni (massimo storico), mentre gli spumanti sono stabili a 61 milioni e lo stesso vale largo circa per i vini sfusi, +2% a 31 milioni.
    Abbiamo detto della Francia, -6% a 369 milioni, quindi di nuovo dietro all’Italia.
    Tra gli altri paesi va notato l’incremento del 7% della Spagna, supportato dai vini in bottiglia che rappresentano la stragrande maggioranza (120 milioni dei 135 milioni totali, gli spumanti restano una parte molto marginale) e la costante crescita dei vini portoghesi che pur su livelli poco importanti (38 milioni) hanno uno degli andamenti più positivi di tutti.
    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Giappone – importazioni di vino – aggiornamento 2020

    Fonte: Dogana giapponese, UN Comtrade
    L’anno del COVID ha impattato pesantemente anche i consumi giapponesi di vino, soprattutto considerando la forte esposizione del paese ai vini spumanti (non i nostri purtroppo). I dati rilasciati dalla dogana giapponese indicano un calo del 15% del valore delle importazioni (nel 2020 non impattato dal cambio) e una riduzione del 9% del volume importato. Dopo il balzo registrato nel 2019, per l’Italia i dati non sono incoraggianti, visto che si perde leggermente in quota di mercato e si torna dietro ai cileni. La distanza con la Francia resta siderale, essendo il loro export quasi 5 volte il nostro forti di una fortissima leadership nel segmento degli spumanti che nonostante il calo del 25% del 2020 rappresenta pur sempre il 35% delle importazioni giapponesi di vino. E negli spumanti bisogna aggiungere che l’Italia è sopravanzata anche dalla Spagna, di solito dietro a noi da più o meno tutte le parti. Bene passiamo a commentare qualche dato insieme.

    Il Giappone ha importato nel 2020 2.6 milioni di ettolitri di vino, in calo del 9% rispetto al 2019. In valore ciò si è tradotto in una riduzione del 15%, da 1618 a 1372 milioni di euro, quindi con una riduzione del prezzo medio all’import del 6% da 5.7 a 5.3 euro al litro (pur sempre uno dei livelli più elevati nel mondo).
    La Francia ha perso un po’ più della media del mercato (-18% contro -15% del totale) a causa della forte esposizione ai vini spumanti, che rappresentano oltre il 50% del totale. Con 749 milioni di euro di valore importato il vino francese resta di gran lunga il più importante. In particolare le importazioni di vini in bottiglia francesi sono scese del 7% a 361 milioni e quelle di vini spumanti del 25% a 383 milioni di euro.
    L’Italia ha numeri sostanzialmente allineati come tendenza, -17% a 160 milioni di euro. L’andamento è allineato ma non è influenzato dagli spumanti come per i francesi. In particolare, il nostro export di vini in bottiglia cala del 16% a 124 milioni, quindi più del doppio di quello francese, mentre i nostri spumanti cedono il 21% e scendono a 30 milioni di euro.
    Siamo dunque tornati al terzo posto in Giappone dopo che nel 2019 avevamo superato i cileni con un balzo deciso. Il Cile cala soltanto dell’8%, 161 milioni di euro, quindi solo leggermente più dell’Italia, con un export di 123 milioni di vini in bottiglia (soltanto -1%) e una forte esposizione allo sfuso, che in Giappone è una categoria marginale.
    Dopo questi tre paesi si salta ai 109 milioni degli americani, -12% e ai 96 milioni della Spagna, -9%, quindi con un andamento anno su anno ma anche prospettico a 5 anni leggermente migliore di quello italiano.
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    Cina – importazioni di vino 2020

    Fonte: UN Comtrade, China Customs Statistics Abbiamo finito l’anno scorso di commentare gli importatori con la Cina e ricominciamo quest’anno con la Cina. Con un po’ di pazienza nel collegamento con il sito doganale cinese (http://43.248.49.97/indexEn per chi volesse cimentarsi) e fondendo i dati 2019 di UN Comtrade con questi preliminari ho ricostruito il quadro […] LEGGI TUTTO

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    Le importazioni mondiali di vini spumanti – aggiornamento 2019

    Con l’aiuto di Comtrade che ha una base abbastanza completa di dati 2019 sul commercio estero (manca ancora la Cina, per indenderci), analizziamo i dati del commercio mondiale di spumanti partendo dalle importazioni. Incrociando import ed export (ben più facile da tracciare) possiamo dire che gli scambi internazionali di spumante sono cresciuti del 5% nel 2019 toccando quota 6.5 miliardi di euro. Il dato in dollari, 7.3 miliardi è invece stabile a causa del rafforzamento del dollaro. Vi ricordo che tutti i dati sono in formato scaricabile nella sezione Solonumeri. Quest’anno sono riuscito anche a ricostruire una dato decente sui volumi, circa 8.9 milioni di ettolitri scambiati, stabili rispetto al 2018. Per quanto riguarda le gerarchie tra i maggiori importatori, nessuna grande novità: USA (ritornato a crescere a doppia cifra) e Regno Unito (quasi tornato sui livelli di qualche anno fa) dominano il campo e rappresentano una quota del 33% del totale, in crescita rispetto al 30% dell’anno precedente. Il miglior mercato del 2019 è stato però il Giappone, cresciuto del 13% in dollari e del 19% in Euro al livello massimo storico di importazioni di spumante. Con 620 milioni di euro rappresenta circa il 9% dello spumante importato nel mondo. Passiamo a commentare qualche altro dato.

    Le importazioni di spumante crescono del 5% in euro a 6.53 miliardi di euro, con un leggero rallentamento rispetto al ritmo di crescita degli ultimi 5 anni, intorno al 7% annuo.
    Il principale mercato resta quello americano, che copre 1.28 miliardi di euro e che cresce del 12% nel 2019 e del 13% annuo negli ultimi 5 anni: si tratta del vero motore trainante degli spumanti mondiali.
    Il mercato inglese è cresciuto del 7% a 833 milioni di euro, quasi tornando al livello di massimo storico del 2015 (859 milioni di euro), mentre come dicevamo il Giappone accelera a +19%.
    Tra i grandi mercati l’unico negativo è la Germania, in calo del 3% a 411 milioni di euro.
    Se chiudessimo qui la classifica e considerassimo tutti gli altri messi assieme, la loro crescita sarebbe del 4.5% sul 2018. Ma all’interno del calderone, andrebbe sottolineato il recupero del mercato russo e del mercato austriaco.
    Ho ricostruito anche i dati sui volumi che trovate nel grafico e in tabella. Faccio fatica a fare i totali prima del 2015 per la mancanza di alcuni dati. Ad ogni modo, se ci spostiamo dai valori ai volumi il mercato inglese e quello americano si equivalgono a circa 1.5 milioni di ettolitri di importazioni ciascuno, sempre a rappresentare una quota del 35% circa del totale. Il terzo mercato diventa però la Russia con 0.9 milioni di ettolitri importati e poi la Germania con 0.7 milioni. Il mercato giapponese, che ha un mix di importazioni ricchissimo, figura al sesto posto con meno di 0.5 milioni di ettolitri, dietro anche ai belgi.
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    Cina – importazioni di vino 2019 e primo semestre 2020

    Non so se cominciare dalla fine (primi 6 mesi 2020) o dall’inizio (2019), ma fa poca differenza. Le importazioni di vino in Cina sono crollate del 31% nei primi 6 mesi del 2020 per le ovvie ragioni legate al COVID, ma il commento non sarebbe stato molto diverso se ci fossimo occupati delle importazioni 2019, che sono pur sempre calate del 9%. E il segno non sarebbe stato diverso neppure nel 2018, quando la correzione è iniziata. La Cina sta passando dunque da grande promessa che ha riempito pagine di commenti e proposte a un vero e proprio grattacapo. Non tanto per l’Italia, che in Cina non ha in verità mai sfondato, ma per i francesi, che nel 2019 hanno perso la leadership a favore degli australiani, causa un crollo del 30% delle esportazioni. Va detto che nel 2020 non hanno da sorridere nemmeno i nostri amici australiani, anzi: pur mantenendosi meglio della media siamo sempre a -21% e la Cina è molto più importante per gli australiani che non per i francesi o per noi italiani. Comunque, restiamo a questi dati che purtroppo sto pubblicando in ritardo un po’ per colpa mia e un po’ per i ritardi sui databasi liberi (UN Comtrade non ha ancora inserito il 2019 della Cina…).

    Le importazioni di vino in Cina nel 2019 sono calate del 9% a 2.2 miliardi di euro, riducendo drasticamente il ritmo di crescita quinquennale al 14%. La categoria chiave dei vini fermi in bottiglia segue lo stesso andamento, mentre per gli spumanti le cose vanno meglio (+2%), ma come sapete sono una categoria decisamente residuale (71 milioni di euro in tutto).
    In termini di volume, la Cina ha importato 6.1 milioni di ettolitri di vino nel 2019, in calo del 10% sul 2018.
    La leadership nel mercato passa dai francesi agli australiani. Infatti l’Australia in un mercato calante nel 2019 è cresciuta comunque del 17% a 773 milioni di euro, con 1.5 milioni di ettolitri (come il Cile e la Francia).
    La Francia ha invece subito un calo del 31% a 628 milioni di euro, mentre è quasi stabile il Cile (-3% a 309 milioni).
    L’Italia viene al numero 4 nel mercato con un -2% e 140 milioni, davanti alla Spagna che invece è calata del 10% a 130 milioni.
    L’aggiornamento dei primi 6 mesi del 2020 è molto negativo. Le importazioni totali sono crollate del 31% da 1075 milioni a 755 milioni. Dal 2020 anche l’Australia ha invertito la rotta, anche se ha mantenuto un calo più moderato, -21% a 288 milioni, e soprattutto ha ulteriormente allargato il gap con la Francia, il cui export crolla del 36% a 198 milioni. Il dato italiano dice -29% a 51 milioni, quindi in linea con il calo generale.
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    Corea – importazioni di vino – aggiornamento 2019

    Anche nel 2019 il mercato del vino in Corea del Sud è cresciuto a doppia-cifra, +12%, e con 232 milioni di euro comincia a diventare piuttosto rilevante. L’Italia occupa una innaturale posizione numero tre, dietro ovviamente alla Francia, ma anche dietro al Cile. Nel 2019 abbiamo avuto un buon anno, +17%, ma restiamo ancora indietro se allarghiamo lo sguardo agli ultimi 5 anni. Molto lavoro resta da fare, anche e soprattutto per spingere i nostri spumanti che sono sotto-penetrati e che nel 2019 hanno avuto un andamento negativo. Passiamo a una breve analisi dei dati.

    Le importazioni coreane di vino sono cresciute del 12% a 232 milioni di euro e, in valuta locale, del 12.6% a 302 miliardi di KRW. La crescita in valuta locale sui 5 anni è del 9.5% mentre in euro dell’11%.
    Si tratta ovviamente di un mercato di vini di qualità. I volumi sono pochi e crescono meno dei valori +8% a 429mila ettolitri nel 2019 e +6% sugli ultimi 5 anni. Il dominio dei volumi è dei cileni con 115mila ettolitri, seguiti dalla Spagna con 87mila e da Italia e Francia alla pari con circa 64mila ettolitri.
    Proprio la Francia è leader nel mercato, con una quota di mercato del 32% e 74 milioni di euro di esportazioni. Di questi, 45 milioni sono di vino in bottiglia e ben 28 milioni di euro sono spumanti, dove la crescita è stata del 23% annuo negli ultimi 5 anni.
    Proprio qui si vede la grossa differenza con l’Italia, che esporta solo 7 milioni di euro di spumanti con una crescita del 9% annuo. Il nostro vino è in posizioni di rincalzo anche nel segmento dei vini in bottiglia, però. Siamo superati dai francesi, dai cileni con 29 milioni di euro e anche dagli americani, che esportano 29 milioni di euro contro i nostri 27.
    La nostra quota di mercato è quindi del 15% circa, preceduti dal Cile che pur perdendo qualche colpo si mantiene intorno al 19%, con un valore totale di 43 milioni di euro. Nel 2019 ci siamo avvicinati grazie a un balzo del 17%, ma se non succedono cose particolari ci vorranno almeno 2-3 anni per ripristinare le naturali gerarchie.
    Dietro all’Italia vengono gli USA con 30 milioni di euro di export. Si tratta di un’altra posizione “innaturale”, visto che normalmente i vini americani sono anche superati dagli spagnoli, che vengono quinti con soltanto 19 milioni di euro.
    Nonostante la vicinanza geografica, il mercato non funziona per i vini australiani, solo 11 milioni di euro e neanche per quelli della Nuova Zelanda, soltanto 4 milioni. Entrambi crescono in modo sostenuto (non l’Australia nel 2019 ma sui 5 anni decisamente si), ma da valori molto bassi.
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    Norvegia – importazioni di vino 2019

    La Norvegia è un altro mercato in cui l’Italia ha vissuto anni di temporanea leadership a danno della Francia e dove ora le gerarchie si sono ristabilite. Già lo scorso anno avevamo commentato il sorpasso della Francia dopo qualche anno di primato italiano, nel 2019 la distanza è aumentata, grazie al +7% segnato dalle importazioni norvegesi di vino francese contro il dato stabile dell’Italia. Una componente importante di questa difficoltà dei nostri prodotti è relativa agli spumanti, che i norvegesi non sembrano apprezzare (o almeno non i nostri), ma nel 2019 anche il vino in bottiglia italiano è cresciuto meno di quello francese. Tornando ai numeri generali, la Norvegia ha importato nel 2019 386 milioni di vino, +3%, con un progresso lento ma costante negli anni. I volumi sono esigui, 0.9 milioni di ettolitri e sostanzialmente stabili nel corso degli anni. Passiamo ai dettagli.

    Dei 386 milioni di cui dicevamo sopra 248 sono relativi al vino in bottiglia (+4% nel 2019 e +2% annuo su 5 anni) e 54 milioni sono di vini spumanti, +3% (+5% annuo su 5 anni). Il rimanente 79 milioni di euro è relativo ai vini sfusi, in calo del 4% nel 2019 e dove l’Italia resta in posizione di leadership.
    La Francia ha avuto un anno migliore. La quota sul mercato norvegese cresce dal 32% al 33% grazie a un +7% sul 2018, con un incremento del 9% per i vini fermi in bottiglia (83 milioni), un calo del 9% dei vini sfusi a 17 milioni e un ottimo +11% sui vini spumanti. Totale: 128 milioni.
    Il vino italiano subisce l’impatto dello scarso successo dei vini spumanti, che calano del 4% a 17 milioni euro, e del trend strutturale negativo dei vini sfusi, -8% a 22 milioni. I vini fermi in bottiglia compensano le altre due categorie con un +4% a 79 milioni, ma lasciano il nostro prodotto a 120 milioni, +1%
    Dopo Italia e Francia, che insieme coprono il 64% delle importazioni norvegesi pochi spunti di riflessione. Il prodotto americano sembra in crescita, mentre sono leggermente negativi i dati di importazione dei vini spagnoli e tedeschi, rispettivamente terzo e quarto paese da cui la Norvegia importa vino.
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    Russia – importazioni di vino 2019

    Il mercato del vino russo tocca un nuovo picco nel 2019: per la prima volta le importazioni di vino superano quota 1 miliardo di euro (+17%) e, apparentemente, 6.5 milioni di ettolitri (su questo dato sono un po’ meno convinto, ma questo è quanto riportato da UN Comtrade). L’Italia mantiene la sua posizione di leadership assoluta. Il mercato russo è uno dei pochi in cui il vino italiano è andato meglio di quello francese. Ma dietro la Francia sta crescendo molto forte il prodotto spagnolo che è balzato di quasi il 30% e che viene da una serie ininterrotta di anni positivi. Ormai vicino alla Francia, nel 2020 potrebbe anche esserci il sorpasso (COVID permettendo). Sarebbe probabilmente l’unico mercato importante in cui la Spagna supera la Francia. Passiamo ai dati.

    Le importazioni di vino della Russia sono cresciute del 16.6% a 1038 milioni di euro nel 2019, riportando dunque a +4% il ritmo di crescita annuo sugli ultimi 5 anni. Nel 2019 il Rublo ha ripreso un po’ di valore, quindi se tradotte in valuta locale le importazioni sono cresciute un po’ di meno, +14% a 75 miliardi di rubli. Va però specificato che il Rublo ha perso tantissimo prima del 2019 e quindi se confrontiamo il dato in rubli del 2019 (75 miliardi) con quello di 5 anni fa (33 miliardi) ci possiamo rendere conto di quanto sia cresciuto il consumo di vino nel paese.
    L’Italia cresce del 15% a 302 milioni di euro, di cui 116 milioni sono di vino spumante, in crescita leggermente superiore, +19%. La quota di mercato del prodotto italiano è nell’ordine del 29-30%, supportata dalla presenza molto forte negli spumanti, dove abbiamo il 60% del mercato.
    La Francia fa molta più fatica. Nel 2019 le esportazioni crescono solo del 6% a 171 milioni di euro, con gli spumanti a +9% (55 milioni di euro, meno della metà dell’Italia).
    Come dicevamo sopra la Spagna ha oramai raggiunto la Francia, con un balzo del 29% a 167 milioni di euro, di cui soltanto 16 nel segmento degli spumanti (il che lascia ampi spazi di miglioramento).
    Vi allego anche i dati sui volumi, che sono molto diversi da quelli del 2018: nel 2019 vengono riportati 6.5 milioni di ettolitri di importazioni contro 4-4.5 milioni all’anno degli anni precedenti. Per quanto riguarda i volumi, la Spagna e l’Italia sono praticamente appaiate con 1.5 milioni di ettolitri ciascuno.
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